“Zeus era una vera meraviglia della natura, certo di taglia un po’ eccessiva per un border collie, che tuttavia non si avvicinava affatto a quella di un pastore tedesco, con un fiuto per la caccia da springer spaniel inglese e l’intelligenza di un barbone francese. Incarnava un po’ tutti loro, e forse qualcosa di più. Il veterinario lo definì decisamente un “qualcos’altro”, affermando che non avrebbe mai potuto vincere il Best in Show, anche se con tutta probabilità sarebbe potuto rientrare tra i primi sei o anche quattro della sua categoria.”

Jean-Claude si racconta

Quando mi domandano "Da dove vieni?", non sapendo cosa veramente mi stiano chiedendo, scherzosamente rispondo "Che cosa intendi?", nel caso la domanda sia più profonda e non intenda semplicemente sapere dove sono nato o dove abito. Questo avviene di rado, tuttavia le rare eccezioni mi hanno aiutato a formare la mia vita e a queste sarò eternamente grato.
[...] Da bambino ebbi la fortuna di incontrare i Winkers (ammiccatori). Queste persone straordinarie in qualche modo mi hanno riconosciuto e hanno condiviso con me le loro delizie interiori, facendo sì che la mia piccola mente sapesse che esistono più cose in cielo e in terra di quante ne sono state sognate da tutte le filosofie del mio mondo circostante. Il termine "Winkers" proviene da un breve racconto di fantascienza che avevo letto da adolescente intitolato "Quando due indovini s’incontrano, immancabilmente si strizzano l’occhio". Così ho imparato che al mondo esistono fondamentalmente due tipi di persone, i Winkers e i Wankers (pressappochisti). Sebbene preferisca rientrare nella prima categoria lasciando che gli altri se la cavino come meglio possono, molto spesso non riesco a farlo come vorrei. Troppe volte durante la giornata mi trovo a trincerarmi tenacemente dalla parte dei Wankers, con le mani sui fianchi e i piedi ben piantati nella melma del giudizio. La cosa migliore che posso fare è prendermi in giro portandomi fuori di lì non appena le mie piccole unità di Coscienza mi riprendono. Solo Dio sa perché, dopo tutti questi anni, continuo a prendermi ancora così sul serio.
Toby e Bernie Feinstein, i miei genitori putativi che vivevano nella porta accanto, mi hanno aperto le porte a mondi altrimenti sconosciuti. Toby mi ha portato nei mondi bizzarri di Isaac Asimov, Ray Bradbury e di Theodore Sturgeon, il mio preferito in assoluto. Sono cresciuto con le battute evanescenti dell’overture del Guglielmo Tell di Rossini che preludono al rimbombo dello scalpitio del fiero cavallo Silver! Ogni notte mi addormentavo ascoltando Long John Nebel che intervistava personalità geniali come Lester del Rey e altre supermenti dell’epoca discutere del mondo dietro l’angolo. Jean Shepherd è stato il mio primo guru. I suoi monologhi radiofonici in tarda nottata trasmessi in modo impeccabilmente accattivante: flussi di coscienza che scorrevano dolcemente, ipnotizzando la mia innocenza.
Se la mia predisposizione a essere curioso c’era già prima che giungessi sul pianeta Terra, all’età di tredici anni avevo talmente ingoiato l’esca (con amo, filo e piombo) da essere diventata parte integrante della matrice della mia vita. Non cercai più il Grande Mistero, lo volli più di ogni altra cosa. Acquistai una serie infinita di libri – per lo più perché l’autore o l’argomento mi colpivano. Confesso di averne raccolti molti più di quanti ne ho letti e a volte trovavo difficile andare oltre i primi capitoli. Poi arrivò Alice! Devo a Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, il conforto di sapere che da qualche parte, nella vastità dello spazio interiore, una voce risponde. Subito dopo Alice Nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio, ci sono stati gli scritti di Lao-Tse e il mondo meravigliosamente non-strutturato del Tao. È scritto (o detto, o magari è una mia idea) che "se un uomo chiede cosa sia il Tao e un altro gli risponde, nessuno dei due ha capito". Sono stato immediatamente incantato da questa visione e, a oggi, se qualcuno mi chiedesse le mie convinzioni religiose, dichiarerei di essere "un taoista convertito", apprezzando il paradossale ossimoro della cosa. Non importa se non avete afferrato il concetto.
L. Ron Hubbard e Scientology mi lanciarono il loro irresistibile richiamo e io, curioso come il gatto del proverbio, lo seguii. Priscilla, la meravigliosa compagna con cui, a quei tempi, condividevo la mia vita, divenne un membro a tempo pieno dello staff e io un dilettante a part-time che riceveva ed effettuava sessioni di auditing. Ho studiato il mondo secondo Ron, ascoltando per ore nastri inediti e deliranti che risalivano ai primi tempi di Hubbard a Philadelphia e a East Grinstead, in Inghilterra, leggendo note ciclostilate nei vari colori arcobaleno a seconda dell’ufficio da cui provenivano e praticando le Training Routine destinate a trasformarmi in un più abile auditor. Ancor oggi sono impressionato dalla vastità del lavoro prodotto da Hubbard e dall’addestramento che ho ricevuto. Ma alla fine non fu che un altro trampolino lungo il mio cammino, e presto scoprii che si viaggiava più leggeri senza pietre nello zaino.
A suo tempo, sperimentai svariate sostanze allucinogene con risultati di vario grado. Ricordo la mia prima esperienza con i funghi magici. Ero con mia moglie, Arianne, in un parco nazionale quasi deserto non lontano da San Diego. Avevamo trovato un luogo appartato nel bosco, visibile solo dai satelliti e dagli elicotteri dell’esercito che sorvegliavano il confine dall’entrata dei clandestini. Ai primi segnali di coscienza alterata andai nel panico, mi tolsi tutti i vestiti, e feci un serio tentativo di farmi una tana dentro Arianne. Alla fine, incapace di mantenere il controllo, mi abbandonai totalmente rilassandomi nell’esperienza. Quel che arrivò fu per la mia mente un colpo! Ero collegato a una grande bolla di Coscienza Cosmica che mi invitava a esplorare ogni aspetto della Creazione che mi interessava. Dialogammo per ore mentre mi veniva mostrato come si creano le realtà (gli universi apparenti) e come ciascuno di noi sceglie il ruolo da interpretare nel dramma. Quando domandai come mai mi fosse stato permesso di ricevere una conoscenza così profonda, la voce si mise a ridere, ricordandomi che avevo preso parte al processo iniziale. Fu il mio primo incontro concreto con l’Unità della Creazione.
Poi accadde che il mio mentore mi domandò se mi sarebbe piaciuto vedere la "prossima ottava della creazione". Era come chiedere a un affamato se vuole del cibo! Fui portato fuori (ammesso che esistesse una direzione) in una luce brillante. All’improvviso quell’intensità travolse la mia insaziabile curiosità e io indietreggiai per il dolore. Per la seconda volta la voce rise, facendomi sapere che avevo ancora molto da lavorare prima di potere accedere a quelle sfere rarefatte.
Provai ancora alcune volte i funghi, aspettandomi di ricreare la grandiosità della prima esperienza, ma i risultati furono deludenti. Probabilmente non li proverò più. In realtà non ce n’è più bisogno perché la connessione con l’Intelligenza Superiore di quel giorno nel parco non mi ha mai più abbandonato, e spesso dialoghiamo insieme di questo e quello. L’Intelligenza Cosmica, che affettuosamente chiamo "Gli Amici", è stata con me a ogni passo del mio cammino man mano che questo libro prendeva forma. A nessuno devo più fiducia, amore e ammirazione. Sono stato veramente benedetto nell’avere sempre al mio fianco questa incredibile fonte. Mentre scrivo queste ultime parole, mi viene chiesto di ricordare ai miei gentili lettori che questo potente alleato pazientemente sta attendendo anche loro.
Non considerate la mia storia personale come un invito ad assumere sostanze allucinogene. In effetti non lo è affatto. Ho provato la marijuana solo una volta, con risultati piuttosto spiacevoli. L’erba ha bloccato del tutto il mio canale di comunicazione con Gli Amici per trenta giorni. Non ha più valore dei motivetti allegri che posso canticchiare tutte le volte che lo voglio. Il mio mezzo preferito per uscire da questa sfera di coscienza ordinaria è il respiro. Sono stato uno dei primi seguaci delle tecniche di rebirthing di Leonard Orr. In una delle mie visite a Johannesburg ho avuto la mia prima esperienza con questa notevole tecnica di respiro con Jeremy Burnham, che si era trasferito dalla Gran Bretagna. Nella primissima sessione ho visualizzato Gesù, Sai Baba, e Baba-ji (il santo patrono del rebirthing), l’uno accanto all’altro, che irradiavano ondate di amore su di me e il mondo. All’improvviso, la strutturata arena delle ’ologie e degli ’ismi divenne assolutamente irrilevante e anche se non sono diventato un illuminato, di certo sono stato almeno in qualche modo illuminato dall’esperienza.
Nel week-end della mia prima sessione di rebirthing fui irrimediabilmente trasportato oltre il Rubicone, senza alcuna possibilità di guardarmi indietro. Ho passato del tempo con Stanislaus Grof, il cui lavoro con il respiro olotropico si serve di un’attenta scelta della musica e dell’energia collettiva e focalizzata del gruppo che porta il rebirthing in un ambito più maturo delle avventure psicotrope. Molto interessante! Le sessioni di respiro con Grof venivano intercalate da profonde meditazioni buddiste tenute da Jack Kornfeld – come passare rapidamente da una sauna fumante alla neve. Una vera impresa per la mente. Provatelo una volta o l’altra.
Il mio viaggio di scoperta iniziò veramente verso la fine del 1984, quando abbandonai la mia vita ordinaria negli Stati Uniti per andare in Australia. Ebbi la fortuna di conoscere due meravigliosi sudafricani, Brian e Esther Crowley, che mi accolsero nella loro casa come un membro di famiglia (rimasi con loro per un po’ di tempo come ospite), e fu grazie a loro che conobbi i canti sacri nelle cinque lingue di potere (egiziano antico, ebraico, sanscrito, tibetano e cinese) rivelate da J.J. Hurtak nel suo determinante libro Le Chiavi di Enoch. Il nostro gruppo, condotto da Brian ed Esther, meditava ogni settimana, intonando le Parole di Potere mentre visualizzava la pace nel mondo. Non posso dire, visto lo stato attuale delle cose, che ci si possa vantare dei risultati di quella pratica, ma almeno ora so perché.
Brian contribuì insieme a J.J. Hurtak alla realizzazione di diversi libri. Uno, pubblicato nel 1986, The Face on Mars: Evidence of a Lost Martian Civilization, riporta delle foto di dipinti murali scattate durante la mia visita a uno dei capi spirituali degli Zulu, Vusamazulu Credo Mutwa, quando ancora viveva nel distretto nero di Soweto, appena fuori Johannesburg. Fu Brian a presentarmi J.J. e Desiree Hurtak. Ho avuto il privilegio di trascorrere alcuni giorni con loro visitando degli antichi templi in Thailandia, collegando energeticamente questi luoghi di culto abbandonati ai potenti punti del pianeta con l’intonazione di canti sacri – attività che non ho mai smesso di praticare. Dopo avere partecipato alla Prima (e unica) Conferenza sulla Guarigione Paranormale tenuta a Baggio City, nelle Filippine, tornai con J.J. e Des a Sidney, dove il dottor Hurtak guidò un piccolo gruppo di noi attraverso tutto il testo delle Chiavi di Enoch. Da quel momento in poi, quell’esperienza modellò il corso della mia vita.
Un anno dopo, Arianne mi raggiunse nella "Terra di Oz", l’Australia, ed esplorammo l’entroterra su una Toyota Corona del 1972 senza aria condizionata. Ci recammo in pellegrinaggio a Uluru (conosciuto dai turisti come Ayer’s Rock), a sudovest di Alice Springs al centro del nulla. Questo grande monolite che domina completamente una pianura altrimenti piatta è tuttora sotto la protezione degli Anangu, i tradizionali custodi della regione. Si tratta di uno degli elementi più potenti del tjukurrpa (il mito della creazione e anche le regole di interazione sociale) degli aborigeni, e molti sogni sacri hanno qui il loro centro di origine. Fu logico che con la salita a questo luogo sacro partisse la nostra avventura. Per un’ora e mezza, io e Arianne riuscimmo ad avere quel posto tutto per noi. La cima era deserta, e potemmo meditare senza che nulla e nessuno si intromettesse o ci distraesse. Fu qui che tutti e due intravedemmo il cammino che avremmo seguito per il resto della nostra vita.
Il nostro vagabondare nelle distese sperdute tra la vegetazione australiana ci portò a Katherine, Kakadu e Darwin, per poi giungere alla piccola cittadina di Freshwater all’estremo nord del Queensland, appena fuori Cairns. Con le carte di credito che stavano per scadere, fummo costretti a lasciare il paese così da poterci ritornare. Sebbene a quel tempo mi fosse incomprensibile, la cosa aveva perfettamente senso per i burocrati e mi sentirò eternamente in debito nei loro confronti perché ciò favorì quel che seguì. Non potemmo andare in Indonesia (Bali era la nostra prima scelta) perché non accettavano il passaporto sudafricano di Arianne. Le nostre opzioni erano di volare a Port Moresby in Papua Nuova Guinea (che, secondo la gente locale, non è il giardino del mondo) oppure – quasi allo stesso prezzo – comprare un biglietto round-the-world. Scegliemmo quest’ultimo, prendendoci il tempo di visitare tutti i vari luoghi che il regolamento del biglietto permetteva. Per farla breve, io e Arianne passammo un anno in giro per il pianeta.
La nostra odissea ebbe inizio a Cairns e, tra gli altri, visitammo paesi tra cui Hong Kong, la Thailandia, Singapore, l’Italia, la Grecia, la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e infine tornammo in Australia, a Cairns, 365 giorni dopo esservi partiti. Il viaggio ci portò da un’avventura all’altra. Gli insegnanti lungo il cammino furono al contempo troppi per citarli tutti e troppo importanti per dimenticarli.
Nelle cinque settimane che passammo a Hong Kong (ci diedero gratuitamente un bellissimo appartamento a Wyndham Street, a pochi passi dalla Star Ferry), avemmo il privilegio di lavorare con il dottor Clif Sanderson, che ha ottenuto il Premio Albert Schweitzer per la Medicina Umanitaria per il suo instancabile lavoro con i bambini sofferenti per le conseguenze del disastro di Chernobyl. Fu grazie a Clif – fratello e amico prezioso – che io e Arianne fummo introdotti alle tecniche di guarigione tramite l’intenzione e al Feng Shui. Mentre mi trovavo a Hong Kong fui iniziato al Ling Su dal dottor Wilson Wang, un medico locale scopritore di diverse tecniche potenti che consentivano a dei semplici umani di abbattere la barriera della manifestazione. Fu grazie a lui che il mondo della creazione intenzionale si aprì e, per la prima volta, mi fu permesso di attingere alle pratiche utilizzate dagli adepti di varie scuole esoteriche durante le loro cerimonie sacre. Era sempre più evidente che c’erano molti esseri, in ogni parte del pianeta, che potevano facilmente penetrare le apparenti limitazioni di questo mondo al di qua del Velo e farlo ogni volta che lo volevano.
Fra tutte le avventure sperimentate durante il nostro piacevole giro attorno al mondo, i cinque mesi trascorsi in Israele hanno avuto un forte impatto su di me e, alla fine, sul libro. Il nostro lungo soggiorno ci diede l’opportunità di sperimentare l’essenza dei sabra, come spesso vengono chiamati gli israeliani. Il termine prende il nome ebraico del frutto del fico d’india – pieno di spine all’esterno ma dolce e succulento all’interno. Non c’è nient’altro che possa meglio descrivere l’israeliano tipo: esteriormente, si bombardano a vicenda a suon di arroganza, rabbia, aggressività e auto-affermazione e interiormente dimostrano una venerazione per la vita che non si riscontra in nessun altra parte del mondo. Ma come vive questa gente sapendo che, un giorno o l’altro, loro o i loro bambini potrebbero essere attaccati dalla mentalità da roulette russa di un terrorismo gratuito? Perché usino salutarsi con il tradizionale shalom – pace – è per me incomprensibile. A mio parere, il tradizionale l’chiam – alla vita! – sarebbe più adatto. Ma cosa posso saperne io?
Fu in Israele che conobbi l’altro medico che avrebbe cambiato la mia vita. Il dottor Eli Lasch era un pediatra che lavorava a Gaza insieme a dei medici palestinesi, aiutando a guarire le fratture prodotte dal parto. Un giorno, Eli arrivò a casa nostra con una serie di quattro libri. Erano di circa 22x28 centimetri, rilegati a doppia graffettatura sul dorso e dattilografati anziché stampati con i caratteri editoriali. Ogni volume aveva lo stesso titolo: The Law of One. Solo i numeri sui volumi cambiavano secondo la sequenza nella quale dovevano essere letti.
I libri erano le trascrizioni di una serie di comunicazioni ricevute da un piccolo gruppo di Louisville, nel Kentucky, a partire dalla metà di gennaio del 1981. Il canale era Carla L. Rueckert, l’intervistatore Don Elkins, pilota della compagnia aerea Eastern Airlines, e chi prendeva nota James McCarty. Insieme, queste tre persone straordinarie e molto intelligenti costituirono un gruppo chiamato L/L Research. La fonte delle informazioni chiamava se stessa "RA, un umile messaggero della Legge dell’Uno."
Iniziai a leggere le parole di RA il giorno in cui Eli mi diede i libri. In breve, si fusero così perfettamente nella mia coscienza da non riuscire più a parlare, agire o pensare senza sentirmene influenzato. Per la gran parte, il Mito Universale della Creazione e le relative visioni contenute in questo libro vengono dagli insegnamenti di Ra. Mi sento smisuratamente in debito con questo team terrestre/extraterrestre. Ogni volta che rileggo le loro opere è come se fosse la prima, e mi si presentano strati e strati di informazioni nuove e sconosciute che reclamano di essere prese in considerazione. È attraverso il loro esempio che sono arrivato ad apprezzare l’infinita profondità del viaggio e la gioia che attende chi di noi è disposto a rischiare.
Quando lessi la prima volta The Law of One, mi sentii come la Bella Addormentata risvegliata dal bacio del principe dopo un sonno lungo un secolo. Rimasi scioccato per quasi due settimane, e fu solo grazie agli sforzi combinati di due guaritori molto dotati arrivati dall’Inghilterra per visitare Israele, Zorika e Pat, che fui di nuovo in grado di formulare frasi coerenti – anche se altri continuano a pensarla diversamente.
Nel mio viaggio per il mondo, mi fermai a Louisville e trascorsi breve tempo anche con Carla e Jim. Mi sarebbe piaciuto conoscere anche Don, ma era morto già da diversi anni. Penso spesso a loro – in particolare a Don – e al sacrificio che tutti compiono per continuare il loro lavoro.
Durante il nostro soggiorno in Israele, io e Arianne studiammo la guarigione con Israel Carmel e ci recammo diverse volte alla casa che condivideva con Phyllis Schlemmer, autrice di The Only Planet of Choice – Essential Briefings from Deep Space. Fu lei che indirettamente mi presentò il dottor Andrija Puharich (autore di vari best seller incluso Uri, The Sacred Mushroom, e Beyond Telepathy) e il Consiglio dei Nove, di cui era canale. La loro storia – di Phyllis Schlemmer, Andrija Puharich, J.J. Hurtak, Israel Carmel, Sir John Whitmore, e il Consiglio dei Nove – è illustrata in un libro quasi impossibile da trovare, intitolato Briefing for the Landing on Planet Earth, scritto da Stuart Holroyd e pubblicato dalla Corgi Books in edizione economica. Fu inoltre pubblicato dalla W.H. Allen & Co. in brossura con il titolo Prelude to the Landing on Planet Earth. Le due edizioni attualmente non sono più disponibili, e Amazon.com neppure le cita, anche se dello stesso autore elenca altri diciotto libri esauriti.
Quando arrivai in Inghilterra, dove originariamente erano stati pubblicati qualche anno prima i due libri, era impossibile trovarli. I commessi della libreria ricordavano che entrambe le edizioni avevano registrato delle ottime vendite e sembravano onestamente sorpresi di non trovarli più sui loro scaffali. Le librerie dell’usato (incluso la maggior parte di quelle lungo lo Strand di Londra) non ne avevano nemmeno una copia. La trama s’infittì quando mi rivolsi agli editori. La Corgi disse di avere ritirato dal canale distributivo tutte le copie rimaste e di averle distrutte. Nessuno sapeva esattamente il perché. La W.H. Allen negò addirittura di aver pubblicato il libro.
Il dottor J.J. Hurtak mi aveva dato la mia prima copia del libro – fotocopiata dall’edizione della W.H. Allen. L’unica edizione ora in mio possesso – l’edizione economica della Corgi – viene da una piccola collezione di libri spirituali della biblioteca della cittadina di Atherton, in Australia. Per questo libro barattai la collana completa di Vita e Insegnamenti dei Maestri del Lontano Oriente di Baird T. Spaulding. Ciascuno di noi pensava di avere fatto l’affare migliore – il che, per il mio libro, era il meglio che potevo fare.
Ho scoperto di recente che Phyllis Schlemmer ha ristampato il libro con il titolo: The Nine: Briefing From Deep Space. Potete trovarlo sul suo sito: http://www.theonlyplanetofchoice.com/. Dopo averlo letto, potrete capire meglio perché gli editori avrebbero incoraggiato il suo ritiro dalla circolazione. Per natura non sono particolarmente affezionato alle teorie cospiratorie, non perché penso che siano false ma perché sono una distrazione. Ho conosciuto troppe persone lungo il cammino che erano così prese dal dramma delle scie chimiche, dalle trasmissioni ELF a bassissima frequenza, dal progetto HARP, dai leader manovrati dai rettiliani e dai loro Illuminati, i tirapiedi del gruppo Bilderburg, da perdere del tutto di vista il quadro generale.
Mi ricordai della necessità di mantenere questa visuale alcuni anni più tardi, quando il dottor Eli Lasch mi diede un pezzo di carta cui aveva scritto a mano una poesia intitolata "Le Catene", che così finisce:

Siamo tutti burattini appesi a un filo
qui e là sbattuti dai venti.
Dov’è il burattinaio?
Chiedo
alla fine
di tirare i miei fili.


Anche quelli che riescono a tirare i propri fili non sono che burattini che danzano i passi dettati da burattinai più lontani.
Il nostro viaggio attorno al mondo ci portò anche a Findhorn, la comunità new-age fondata nel 1962 ai confini settentrionali della Scozia. Rispetto ai suoi numerosi predecessori e ai suoi imitatori, Findhorn è tuttora attiva, reinventandosi costantemente e trovando nuove e notevoli forme di espressione. Terrò gli incredibili racconti delle nostre disavventure là per un’altra serata intorno al fuoco. Fu qui che mi venne insegnata una tecnica per favorire l’incontro intenzionale con il nostro Sé Superiore. Solo per questo fatto, Findhorn si è guadagnata un posto più che speciale nella mia memoria. E questo non fu che uno dei suoi tanti doni.
Un altro dono fu l’autobus di Findhorn che trasportò me e Arianne oltre Loch Ness, attraverso l’Isola di Mull, sino all’isola di Iona nelle Ebridi Interne. Questo singolare lembo di terra è lungo solo circa 55 chilometri e largo 27, ma camminare lì è stato uno dei momenti più intimi che ricordo di avere vissuto sulla terra. A Iona c’è un senso di atemporalità che riempie coloro che cercano la sua benedizione. È un delle isole più sagge, essendo rimasta salda per 2,9 miliardi di anni all’incessante tentativo del mare di rivendicarla a sé. La saggezza che traspare da quest’isola non ha eguali in nessun altro luogo della terra.
Un ringraziamento particolare va a due meravigliose persone, Hal Stone e Sidra Winkelman-Stone, che hanno sviluppato il dialogo delle voci, un forma di terapia estremamente efficace ed elegante che colma con successo il divario tra le tematiche psicologiche quotidiane e gli aspetti cosmologici degli archetipi universali. Le interazioni di Ginny con Larry si basano in larga misura sul lavoro degli Stone. Lo stesso vale anche per la mia relazione con Arianne: ha donato a due testardi e singolari individui la saggezza di condividere senza compromessi, di amare senza riserve e di ridere di tutti i nostri sé a ogni passo del nostro cammino.
La lista delle persone a cui devo molto è, naturalmente, infinita. Forse come Kefa, il guardiano della sinagoga, dovrei semplicemente recitare l’alfabeto, chiedendo a tutti quelli che leggono questi ringraziamenti di ricombinare le lettere affinché risulti il loro nome. Anche le piante che crescono sulla finestra del mio ufficio mi parlano di saggezza. Sono arrivato a riconoscere tutta la Creazione come mia maestra. Ogni persona che incontro, ogni animale che vedo, ogni albero, ogni ciuffo d’erba mi dà informazioni. Si dice che "quando il discepolo è pronto, il maestro arriva". Chiedo solo di essere pronto in ogni momento della mia vita di veglia e di sonno – un vero chela (discepolo) dell’universo. Come possiamo osservare le stelle e non stupirci? Come possiamo guardarci l’un l’altro e non vedere Dio?


Estratto dai "Ringraziamenti" di Going Deeper


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